Viaggiare da soli o farsi guidare? Secondo uno studio in cui l’azienda dell’indotto Bosch si proponeva di valutare l’accettazione dei sistemi di assistenza, gli acquirenti di automobili riuscivano a fare amicizia con il pilota automatico. Il 60 % trovava tale alleggerimento positivo – purché rimanesse disinseribile. Vi chiederete che cosa abbia questo a che fare con l’ingegneria biomedica: nell’ambito dell’assistenza al guidatore, si studiano già i vantaggi rappresentati da sensori con capacità di conducibilità cutanea integrati nel volante o ECG senza fili nella seduta e il modo in cui un prodotto medicale può comunicare con la rete di bordo. Potrebbe nascere un mercato nel segmento premium, secondo il dossier di questa edizione (pagina 8).
I biomeccanici di un’azienda statunitense desiderano utilizzare il supporto elettronico anche in punti non comuni in sala operatoria. Hanno osato mettere sotto la lente di ingrandimento uno strumento ausiliario meccanico e ricco di tradizione: il divaricatore di coste. Il lavoro manuale al momento dell’apertura della gabbia toracica è pericoloso per i pazienti, un apparecchio automatizzato efficace potrebbe offrire maggiori chance di miglioramento, secondo le loro ricerche (pagina 14): in questo modo si vuole ottimizzare tutto quello che in futuro potrà aiutare il chirurgo.
In tutti i casi, sono irrinunciabili soluzioni automatiche per l’analisi di grandi quantità di dati, denominati anche „Big Data“. Quello che i sensori in grandi apparecchi medicali misurano, può essere utilizzato per esempio per la manutenzione o l’ulteriore sviluppo dei prodotti (pagina 22), a condizione che si sia disposti a gestire il flusso di dati. In modo completamente automatico, chiaramente.
Dott.ssa Birgit Oppermann
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