I vasi del nostro organismo si modificano con l’età. Se a causa di una malattia si chiudono, nel peggiore dei casi si rischia un ictus o un infarto. Per evitare che questo accada, i medici infilano, attraverso un sistema di cateteri, un tubicino flessibile, uno stent, dall’inguine attraverso i vasi sanguigni fino al punto ostruito.
Gli impianti vascolari sono soggetti a sollecitazioni importanti da carichi meccanici. A ogni battito del cuore i vasi sanguigni si restringono e l’impianto viene compresso radialmente. Ovviamente questo lascia tracce sul materiale: al momento le procedure di autorizzazione prevedono una vita utile di dieci anni. In questo periodo il nostro cuore batte da 315 a 400 milioni di volte.
Gli stent in leghe a memoria di forma di nichel-titanio, soddisfano queste esigenze meglio rispetto ai materiali comuni, poiché dopo una deformazione per sollecitazione ritornano alla forma iniziale in modo apparentemente elastico. Gli impianti vascolari in lega a memoria di forma possono dilatarsi in modo elastico e reversibile fino al 6 %. Secondo i ricercatori questo è un ordine di grandezza superiore rispetto ai materiali metallici convenzionali per gli stent.
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